Vendite spumanti italiani salde all’epoca Coronavirus: l’indagine Ovse-Ceves

L’analisi dell’osservatorio. Comolli: “Covid non ha fatto crollare né volumi né fatturati”

Bene gli spumanti italiani nel primo semestre 2020, senza variazioni sostantive su base annua, in particolare per il Prosecco Doc e Docg e gli Charmat. Subiscono i maggiori cali (anche del 40-45%) i vini italiani riservati al settore Horeca, come vini rossi importanti, bollicine esclusive metodo tradizionale e lo Champagne (calo del 75% in Italia).

Crescono gli acquisti in Gdo (+16%), mentre l’e-commerce raddoppia i volumi ma non il fatturato. La miglior performance è quella dei vini a costo medio-basso. È quanto emerge dall’analisi Ovse-Ceves.

“Il calo di vendite-consumi di vini spumanti italiani sul mercato interno ed estero – spiega il fondatore Giampietro Comolli (nella foto) – è molto più contenuta e più differenziata rispetto alle dichiarazioni altisonanti lette tempo fa”.

Discorso totalmente diverso per vini tranquilli, seppur fortemente diversi tipologia per tipologia. Gli stessi dati della Gdp (canale nazionale che copre l’acquisto di 6 bottiglie su 10) confermano un incremento di acquisti e di atti di acquisto a livello nazionale in confronto con lo stesso periodo 2019, seppur con cali evidenti per certe tipologie, etichette, denominazioni”.

Sempre secondo i dati Ovse-Ceves, “fino al 10 marzo tutte le spedizioni programmate dalle cantine sono arrivate a destinazione, in pieno lockdown è scattata la corsa all’acquisto online e con il delivery conseguente, poi si sono riaperte le cantini per gli acquisti diretti diventando una fuga o scusa di riscatto dalle chiusure domestiche”.

Un altro dato interessante valutato da Ovse sono i metodi produttivi e i rispettivi volumi delle bollicine italiane pronte per il consumo durante i 100 giorni delle limitazioni degli spostamenti e della gestione d’impresa.

“Nei primi mesi dell’anno i vini spumanti ottenuti con il metodo italiano (Prosecco, Valdobbiadene, Lambrusco, Durello, Malvasia, Ortrugo, Muller, Pinot) sono già in spedizione – evidenzia Comolli – e per questo non hanno risentito del calo dei consumi, anzi”.

Viceversa i vini ottenuti con il metodo tradizionale classico (Franciacorta, Alta Langa, Trento, Monti Lessini, ecc..), fatto eccezione per i millesimi riserva e selezioni disponibili in cantina oppure già presso i distributori o clienti, solitamente vengono imbottigliati a primavera e le massicce spedizioni iniziano da maggio-giugno (bolle e dogana)”.

Un segnale positivo arriva dai primi Paesi importatori di vini spumanti: Usa, Uk e Giappone segnano una crescita in volumi (+2,5% sul 2019), a valori stabili. Un segnale reale e allarmante arriva dalla Francia per lo Champagne, che registra, sempre nei primi 100 giorni di emergenza Coronavirus, un calo dei consumi sul mercato interno pari a circa l’55% rispetto allo stesso semestre del 2019 e un calo del 45% per le spedizioni all’estero.

Su base annua le Case di Champagne stimano una perdita del 27-28% dei volumi e un danno economico di circa 1,7 mld/euro

In sintesi la ricerca di Ovse-Ceves (luglio 2020) sul comportamento degli italiani in generale rispetto all’acquisto e consumo di vino in periodo Covid (100 giorni, dal 9 marzo al 30 giugno) evidenzia:

  • Meno consumo di vini sostenibili e quelli più cari in senso generale
  • Più consumo di vini locali facili da trovare, più pubblicizzati e anche autoctoni
  • Più bottiglie a prezzo contenuto (limite sono i 10-11 euro a bottiglia su scaffale o in cantina)
  • Più vini di cantine grandi, note, diffuse che danno garanzie
  • Più acquisti online e eno-commerce
  • Meno acquisti diretti in cantina soprattutto nei territori e grandi DO dove avvenivano eventi, fiere, degustazioni, primeur
  • Più delivery
  • Meno acquisto di Champagne
  • Più acquisto di Prosecco Superiore Docg e Prosecco Doc (molti in abbinamento con Aperol o Campari)
  • Più vini bianchi tranquilli noti e di annata recente
  • Meno vini rossi tranquilli top selezionati riserve e più noti dell’alta gamma

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